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Si spengono le luci sul concorso all’anagrafe: resta tutto invariato, vincono gli avvocati perdono i cittadini.

Termina finalmente l’infinita querelle giudiziaria che ha coinvolto il concorso all’anagrafe svoltosi nel lontano 2010, lasciando invariato il risultato a favore della vincitrice originaria Lucia Cirelli.

Se in un primo tempo sembrava che il Tar avesse accolto le doglianze della seconda classificata, Loredana Scocca (qui per ricordare), il nuovo ricalcolo del punteggio relativo ai titoli da parte della commissione aveva premiato per un soffio ancora la prima classificata (sempre per ricordare), fino a quando pochi giorni fa ancora il Tar ha sancito la correttezza del suddetto ricalcolo (qui la sentenza) ponendo fine alla faccenda. Da non dimenticare che nel frattempo era stato adito anche il Consiglio di Stato sulla materia da contendere.

Tutto invariato quindi, ma una riflessione è d’obbligo per meglio capire come questo concorso abbia influito sulle tasche dei cittadini.

Il Comune infatti si è costituito in giudizio  ben tre volte a difendere il proprio atto amministrativo (due al Tar ed una al Consiglio di Stato)  nominando l’Avvocato Vito Aurelio Pappalepore del foro di Bari proprio legale di fiducia e stanziando a suo favore i seguenti importi 2500 € per la prima volta, 2000 € la seconda e 1500€ la terza.

Ma era proprio necessario che il comune si costituisse sempre in giudizio in un contenzioso che riguardava principalmente la prima e la seconda classificata al concorso?

Quale interesse dovrebbe avere l’ente acché il posto sarebbe stato occupato da una persona piuttosto che da un’altra?

Sembra che il municipio poteva anche astenersi dal costituirsi in giudizio, lasciando che i legali delle parti interessate se la vedessero con il giudice amministrativo, lasciando all’ente solo il compito di prendere atto delle decisioni conseguenti

Si tratta di 6000 € in due anni che potevano essere risparmiati a favore di tutti i cittadini?

Per completezza oltre 2.500 € sono stati già liquidati, vedremo che ne sarà della parte restante.

Da tutta questa faccenda sembra che ad uscire vincitori siano stati i numerosi avvocati coinvolti dal comune e dalle parti interessate con le loro salate parcelle, in un concorso costellato da molti “mal di pancia” e polemiche a raffica, sul quale è scritta (finalmente) la parola fine.

 

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