Ecco l’intervento di Donato Iadarola che partendo dalla questione della riduzione delle province e dei comuni arriva al tema dello spopolamento e dell’assenza di politiche di valorizzazione del territorio:
A mio parere la vera questione sul tappeto non è rappresentata tanto dal fatto che nel Molise sopprimano improvvisamente due province e 66 comuni su 136 ma dallo spopolamento incessante dello stesso. La cosa ancora più grave è che questa annosa piaga del depauperamento demografico non campare mai nell’agenda dei politici locali, non fa parte dei temi dibattuti nelle campagne elettorali e non viene mai agitata dai mezzi di comunicazione regionali ( che si appassionano invece fervidamente e spensieratamente alle sagre paesane ed alle lotte intestine fra i nostri politicanti). Siamo ormai una regione in fase avanzata di disfacimento. Anche la chiusura del Castello di Gambatesa fa parte di questa dissoluzione, effetto di un fatalismo esistenziale, che ci accomuna tutti, e che non ci permette di andare alla radice dei problemi. La scattante offerta di collaborazione dei volontari per tenere aperto il castello nei mesi di massimo afflusso turistico è un atto lodevolissimo, ed io sono il primo a compiacermene, ma quanto potrà durare? Più efficacemente occorrerebbe invece rendere fruttuoso in termini economici il castello, inserendo le sue visite in una rete regionale di collegamenti tra i vari siti di attrazione turistica, in modo da creare un flusso di visitatori permanente e pagante. Solo così si creerebbero posti di lavoro e si contribuirebbe a frenare la fuga dei nostri giovani verso altre sedi. Ma questo dovrebbero farlo coloro che ci governano ai vari livelli locali, assumendo iniziative concrete e di carattere generale. Per dirne un’altra, se si portasse avanti un progetto convinto e risoluto di consorzio tra i vari comuni confinanti con il lago di Occhito, per renderlo turisticamente fruibile ed attraente, se ne avvantaggerebbero non solo i diretti operatori del lago, ma tutte gli attori collaterali, compresi gli esercenti dei suddetti paesi e lo stesso castello di Gambatesa. I nostri problemi sono per la gran parte causati dalla mancanza di una politica collettiva efficace, che sia impegnata a rilanciare l’economia molisana ed a creare posti di lavoro, invece che essere concentrata a soddisfare le clientele e gli interessi particolari. E quando parlo di politica non intendo riferirmi a schieramenti di destra o di sinistra ma a tutti, ai politici di professione ed anche ai semplici cittadini molisani. Occorrerebbe da parte nostra, semplici elettori, una più solerte e convinta partecipazione alla vita democratica. E quando dico partecipazione non intendo necessariamente la nostra presenza nelle cariche elettive ma essenzialmente la vigilanza attenta su ciò che succede intorno a noi. La democrazia funziona solo laddove i cittadini partecipano attivamente al suo svolgimento, scrivono ai giornali, chiamano le redazioni delle televisioni affinché si diano una smossa, fanno sentire il il loro fiato sul collo ai politici di mestiere riguardo alla soluzione dei problemi concreti delle loro comunità, si associano per far sentire la loro voce, producono documenti o indicano soluzioni. Ad esempio, il rilancio economico del castello di Gambatesa e la valorizzazione turistica del lago di Occhito potrebbero essere due tematiche su cui esercitare la nostra concreta partecipazione democratica. Nel nostro piccolo, si potrebbe fare di questo blog, attraverso la trattazione dei due argomenti su indicati o di altri che possono sorgere, uno strumento di agitazione politica non solo paesana ma regionale. Anche questa sarebbe politica, anzi, a mio parere, sarebbe la migliore.
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Il problema vero non è solo cancelleranno Campobasso, ma a breve sarà il Molise stesso ad essere cancellato. Può uno Stato civile sostenere una regione di appena 330.000 abitanti poco + poco – con un debito sanitario tra i più alti in Italia? Perchè le regioni del Nord dovrebbero farsi carico dell’inefficienza della nostra Regione e della nostra classe politica? Dov’è l’autostrada San Vittore Termoli promessa dal Governatore 5 anni fa? Dov’è la ferrovia Foggia – Campobasso? L’alta velocità Campobasso – Roma? Il Molise detto da qualcuno “periferia di Roma” quando sarà mai possibile? Allora rinbocchiamoci le maniche che su l’Italia tutta si sta abbattendo un uragano e solo chi sarà forte e pronto a qualsiasi sfida si salverà.
Una volta la Regione molise veniva definita il polmone d’Italia quindi sfruttiamo il nostro territorio per offrire alle popolazioni limitrofe, aria salubre, cibo genuino e facilità nei collegamenti. Di questo dobbiamo parlare ai nostri rappresentanti e non dello sviluppo industriale del Molise che è una barzelletta che dura da decenni.